martedì 25 giugno 2013

Scegliere

C'era una volta una bambina che voleve imparare a camminare.
E vagò accompagnata dalla sicurezza di ciò che avrebbe trovato. Trovò animali, distese d'acqua, chiese altissime e case stortissime, schermi sui quali la gente si innamorava, artisti di strada, cantanti per caso, futuri giornalisti e cuori grandissimi.



Poi decise che avrebbe imparato a correre.
E decise che avrebbe iniziato a correre. Ma rallentò per tuffarsi in distese d'acqua, per giocare con gli artisti di strada, per rubare il micorfono ai cantanti che passavano, per cercare di entrare in quoi cuori grandissimi e per innamorarsi come nei film. Ma era ancora decisa a correre.

Si fermò per prendere la rincorsa e in quell'istante non c'erano cuori in cui entrare o microfoni da rubare. C'erano gli artisti, ma da cercare. Non c'era nulla che potesse impedirle di correre. Nulla ma uno schermo ch ogni tanto lampeggiava con immagini passate ma non terminate, immagini che ricomparivano quando non avrebbero dovuto, immagini che proiettavano buche invisibili sulla strada.

Allora chiuse gli occhi, vomitò e non scelse nulla, perchè non c'era questa volta una bambina.

venerdì 7 giugno 2013

Caffè



"Vorrei aver avuto il tempo di stufarmi di te".

La prima volta che Emma partorì questa frase era convinta, con tutta se stessa, che sintetizzasse a pieno la sua storia. L’amore le era passato accanto e l’aveva assaporato senza dargli un nome per qualche tempo, sapendo però che se ne sarebbe andato. Fu come un retrogusto: lo riconobbe solo dopo aver già ingoiato il boccone. E durò, eccome se durò il sapore nella sua bocca.


La seconda volta che pensò questa frase, Emma lo fece per inerzia. Ecco l’amore che le sussurra negli orecchi, eccolo che le passa troppo vicino, che la tocca, la bacia, la vuole, che se ne va, ma senza sbattere la porta. Questo amore se ne va, ritorna e se ne va ancora promettendo però di tornare. Ed Emma già sa che ha cambiato nome, che il gusto non c’è più, ma che lo desidera di nuovo. 


Emma rovoleva quel retrogusto in bocca, pur sapendo che non sarebbe bastato un caffè per cancellarlo.



giovedì 6 giugno 2013

Dove?


Dove troverò mai quel posto permanente che darà forma ai miei pensieri, alle mie idee?



Dovrò viaggiare fino a quando non sbatterò la mia testa contro quella di chi, come me, non sa togliersi i paraocchi e non si ferma a conoscere il mondo.